carta

L'amore per l'arte non è appena realtà di coloro che, o per professione o per necessità, conducono un loro cammino, ma è forza propulsiva di alcuni volenterosi che ne fanno - più che non le stesse opere - una proposta significativa per tutti...

Monsignor Luciano Quartieri

 

titolo

Lodi, 1900-1950. Cinquant'anni di mostre d'Arte
Domenica, 10 Gennaio, 2016

Storia delle esposizioni artistiche a Lodi, dal 1900 al 1950

Mostra curata da Gianmaria Bellocchio e Marina Arensi

 

Periodo: 21 novembre 2015 - 10 gennaio 2016

Luogo: Sala espositiva Bipielle Arte, via Polenghi Lombardo, Lodi

Orari: da martedì a venerdì, dalle 16 alle 19, sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 

Catalogo: 22 x 22 cm; 64 pagine a colori, gratuito

Eventi collaterali: clicca qui per scoprire le iniziative organizzate nello spazio espositivo durante la mostra

Ingresso gratuito

 
 
 
Vicina a una capitale europea dell’arte come Milano – centro di accademie e  di  avanguardie, sede di gallerie e  periodici, palcoscenico di creatori – nel XX° secolo la città di Lodi non è rimasta schiacciata da questa vicinanza, ma ha saputo esprimere una attenzione per le Arti che ha coniugato le novità artistiche della vicina metropoli con una sua tipica fedeltà “locale”, in particolare caratterizzata da parabole artistiche individuali di assoluto pregio, testimoniate da importanti e significative occasioni espositive che hanno scandito i decenni della Prima metà del Novecento, integrandosi, in varietà di forme, con il tessuto civile e sociale cittadino.... 
 
 
La ricostruzione delle mostre d’arte a Lodi nel Novecento, interpretate come preziosa occasione per cogliere il respiro della collettività nel tempo, è il pregevole frutto di una approfondita ricerca affrontata da Marina Arensi - insegnante e giornalista pubblicista - che è stata raccolta nel volume “Lodi 1900-2000. Un secolo di mostre d'arte” (da cui è tratta la citazione introduttiva), pubblicato da Bolis Edizioni e presentato alla Città nello scorso mese di Aprile.
 
Proprio da questo volume - fortemente voluto dal Consiglio Comunale di Lodi nell’ambito di una serie di pubblicazioni destinate a mantenere viva la “storia recente” della città - nasce l’idea di una mostra che, mantenendo sullo sfondo le vicende storiche del tempo  ripercorra e ricostruisca la storia delle esposizioni d’Arte a Lodi nel primo cinquantennio del secolo breve. 
Una vicenda densa di episodi in parte sconosciuti e che testimonia, oltre alla qualità che ha caratterizzato la ricerca artistica degli autori territoriali, l’attenzione al circostante sia milanese che nazionale, un riferimento testimoniato anche dalla significativa presenza a Lodi di importanti artisti dell’epoca, le cui opere hanno spesso affiancato, nelle esposizioni presentate in città, quelle degli artisti locali.
 
La mostra, promossa dall’Associazione Mons. Quartieri e dal Consiglio Comunale di Lodi, viene allestita e presentata nella prestigiosa cornice dello Spazio Bipielle Arte, grazie alla disponibilità della Fondazione Banca Popolare di Lodi e si sviluppa attraverso un percorso che documenta la composizione dei singoli eventi espositivi, per citazioni degli autori e delle opere che ne furono protagonisti, delineando così un preciso affresco che testimonia come sia stata importante, sotto il profilo delle arti figurative, la prima metà del secolo scorso a Lodi.
 
Ad aprire l'itinerario cronologico è la grande mostra di Arte Sacra organizzata a Lodi nel 1901, in seno alla Esposizione Agricola e Industriale, che segna per la città l'apertura alla modernità del tempo nuovo. La rievocano le opere di Gaetano Previati, al quale la mostra dedicò una sala personale curata dai galleristi Grubicy de Dragon; di Vittore, che guidò la poetica del Previati dalla Scapigliatura al Divisionismo, si espongono lavori espressivi della sua adesione al movimento, documentando anche Stefano Bersani, Emilio Magistretti e Osvaldo Bignami.
Un gruppo di sculture cita poi la personale di Ettore Archinti nel 1911, insieme ad alcune opere di Ernesto Bazzaro che ne fu il promotore, mentre una selezione di dipinti sintetizza la prima esposizione lodigiana di Giuseppe Vailetti del 1922. Nel prosieguo del percorso si incontrano le iniziative degli anni Venti, a partire dalla prima Mostra Circondariale Artistica (1925) che riunisce i dipinti dei lodigiani Carlo Zaninelli, Enrico Spelta, Silvio Migliorini, Giuseppe Vajani, Maria Conca, Lucia Antonioli, del sancolombanese nato a Cuneo Ottavio Steffenini e del codognese Giorgio Belloni, e le incisioni di Dante Broglio e Carlo Casanova.
 
E' questo il tempo in cui cominciano a diventare più numerosi i lodigiani che frequentano l'Accademia Braidense di Milano: la mostra si arricchisce perciò di una sezione dedicata ai “Maestri di Brera”  alla cui scuola si formarono gli autori locali. La compongono opere di Francesco Hayez  (il cui “Ritratto di Teresa Zumali Marsili” proviene dal Museo Civico di Lodi), di Cesare Tallone,  Ambrogio Alciati, Giuseppe Mentessi e Francesco Messina.
 
Seguono le mostre della “Permanente Lodigiana” con protagonisti Lucia Antonioli (1927), Attilio Maiocchi e Pietro Kufferle (1928), mentre a chiudere il decennio sono nel 1929 gli autori partecipanti alla collettiva organizzata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso (molti già presenti all'evento del '25) e il gruppo formato dallo scultore di origini siciliane Vito Vaccaro e dai veronesi Dante Broglio e Sandro Zenatello.
Dedicati agli autori storici del territorio sono gli eventi espositivi degli anni Trenta, inseriti tra le iniziative delle “Settimane lodigiane” finalizzate all'espansione dell'economia locale. Vi figurano nel 1934 Zaninelli, Bignami, Maiocchi, Vailetti e Steffenini, Migliorini e Giovanni Malaspina, ed è questa anche la prima mostra lodigiana di Giuseppe Novello, qui rappresentato da alcuni dipinti; vive tra Codogno e Milano, dove da qualche anno ha avviato l'avventura del “Bagutta” con l'omonimo premio letterario. L'edizione 1935 propone insieme a Zaninelli e Bignami anche Mosè Bianchi di Mairago; la grande tela con il disegno preparatorio per “La battaglia del ponte di Lodi”, dipinta da Pietro Bignami  nei primi decenni dell'Ottocento, simboleggia la mostra del 1937, mentre l'ultima delle “Settimane”, per le quali si apre nel 1939 la sede del nuovo Teatro Gaffurio appena costruito, vede l'entrata sulla scena espositiva dei segnali di cambiamento portati dalla nuova generazione di artisti: gli scultori Bassano Vaccarini, Gianni Vigorelli e Fausto Locatelli, e i pittori Igildo Malaspina e Angelo Monico.
 
Saranno questi, insieme alle presenze già note, ad animare le mostre degli anni Quaranta al Teatro Gaffurio e in seguito nelle prime gallerie, specie quella del battiferro Angelo Roncoroni che si apre nel periodo più buio della guerra. La mostra ne documenta la qualità delle proposte, tra cui la personale di Cristoforo De Amicis nel 1944 e la collettiva prestigiosa che due anni dopo riunisce le opere di Carlo Carrà, Mario Sironi, Piero Marussig, Arturo Tosi, Pompeo Borra e Giorgio De Chirico.

immagineprincipale

Footer

ASSOCIAZIONE CULTURALE
MONSIGNOR QUARTIERI LODI
Sede Legale: Via Oldi, 6 - 26900 Lodi
C.F. 92530670154


Iscritta con provvedimento 255 del 23/5/2002 al progressivo 14 del Registro Associazionismo